Nella giornata di ieri i prezzi dell’oro hanno nuovamente aggiornato i massimi storici per la settima sessione consecutiva sulla scia della tensione geopolitica in continua crescita e della domanda estremamente forte da parte delle banche centrali, due elementi che hanno offuscato dati macro economici che non sono propriamente favorevoli al lingotto; nel dettaglio, il prezzo dell’oro spot ha registrato un nuovo massimo storico a 2.353,8 dollari per oncia, mentre i futures USA hanno raggiunto quota 2.350,8 dollari per oncia.
La banca centrale cinese ha aggiunto 160.000 once d'oro alle sue riserve a marzo ed anche la Turchia, l’India, il Kazakistan e alcuni paesi dell’Europa orientale hanno acquistato oro nel corso del 2024.
"Il mercato sta scontando tagli dei tassi entro giugno nonostante i forti dati economici - spiega Bart Melek, responsabile delle strategie sulle materie prime presso TD Securities - ma, se continuiamo a vedere dati forti, che indicano che la Federal Reserve non ha fretta di tagliare i tassi, allora l'oro non sarà in grado di sostenere i guadagni. Gli acquisti delle banche centrali e le tensioni geopolitiche sono altri elementi di supporto”.
I trader scontano una prospettiva del 52% di un primo taglio di 25 punti base a giugno, hanno mostrato i dati del CME Group, tuttavia, i dati di venerdì hanno mostrato che la crescita dell’occupazione negli Stati Uniti ha superato le aspettative a marzo, mettendo in discussione la tempistica dei tagli dei tassi.
Con l'ultimo aumento dei prezzi, c'è un potenziale di rialzo per l'argento, hanno detto in una nota gli analisti di UBS, proiettando il loro target price a 32 dollari l'oncia.
Le importazioni di argento dell'India hanno raggiunto un livello record a febbraio, poiché i dazi più bassi hanno incoraggiato grandi acquisti dagli Emirati Arabi Uniti, hanno detto funzionari a Reuters.
Fonte Reuters