Nella giornata di ieri il prezzo del Brent si è stabilizzato sopra i 91 dollari al barile, riducendo le perdite iniziali causate dal ritiro di più soldati da Israele da Gaza e dall’impegno in nuovi colloqui su un potenziale cessate il fuoco nel conflitto in Medio Oriente. I futures del greggio Brent sono scesi di 16 centesimi, o dello 0,2%, a 91,01 dollari al barile, mentre Il greggio statunitense West Texas Intermediate è sceso di 9 centesimi, o di circa lo 0,1%, a 86,82 dollari; entrambi i benchmark hanno perso più di 2 dollari all'inizio della sessione.
La scorsa settimana i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 4% a causa delle crescenti tensioni geopolitiche ma, nella giornata di domenica, Israele ha dichiarato di aver ritirato altri soldati dal sud di Gaza. Il paese ha ridotto il numero delle truppe a Gaza dall’inizio dell’anno per dare il cambio ai riservisti ed è sotto crescente pressione da parte degli alleati per migliorare la situazione umanitaria a Gaza.
Nel frattempo, i colloqui per il cessate il fuoco sono stati ripresi quando Israele e Hamas hanno inviato squadre in Egitto per colloqui prima delle festività dell'Eid, anche se lunedì un funzionario di Hamas ha affermato che non sono stati compiuti progressi in un nuovo ciclo di colloqui.
Tra i fattori che influenzano le prospettive della domanda di petrolio, un rapporto sull’occupazione statunitense di venerdì suggerisce che l’economia ha chiuso il primo trimestre su basi solide, il che potrebbe spingere la Federal Reserve a ritardare i tagli dei tassi di interesse quest’anno.
Questa settimana gli investitori esamineranno i dati sull’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti e della Cina per ulteriori indizi sulla tempistica dei possibili tagli dei tassi della Fed e per valutare la salute economica dei due principali consumatori di petrolio del mondo.
Fonte Reuters