Petrolio, BP di nuovo nell’occhio del ciclone
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La Redazione
Articolo pubblicato il 21/04/2017 11:35:56
Ancora guai per British Petroleum, che ancora una volta finisce nel mirino di ambientalisti ed autorità di controllo a seguito di alcune perdite localizzate in un pozzo nell’Artico.
Ancora guai per British Petroleum, che ancora una volta finisce nel mirino di ambientalisti ed autorità di controllo a seguito di alcune perdite localizzate in un pozzo nell’Artico.
La prima perdita di greggio è stata scoperta nella giornata di venerdì e le squadre di pronto intervento della ditta hanno provveduto a contenere la fuoriuscita di prodotto nella giornata di domenica, ma non è tutto perchè, sempre nella giornata di domenica è stata identificata una seconda fuoriuscita (questa volta di Gas): a questo punto la società non ha avuto scelta ed il pozzo, che attualmente produceva 500 barili giornalieri di greggio, è stato fermato.
Il problema si è verificato nella zona di Prudhoe Bay, North Slope (Alaska), un’area che ha visto rinnovarsi l’interesse dei produttori che hanno condotto la produzione dell’area ad un totale di 565000 barili giornalieri nel mese di marzo, livello più elevato da dicembre 2013: l’output appena descritto è sicuramente degno di nota, ma siamo ancora molto al di sotto dei fasti di un tempo quando, negli anni ’80, ogni giorno venivano alla luce oltre 2 milioni di barili di prodotto.
La situazione non è certo delle migliori e l’incidente è stato definito di entità significativa ed il pensiero non può che tornare al 2010, quando BP divenne protagonista del disastro provocato dalla Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
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