La Commissione europea è rimasta irremovibile di fronte alle richieste, questa volta provenienti dal settore del cacao del blocco, di rinviare l’introduzione della legge che vieta l'importazione di beni legati alla deforestazione, che entrerà in vigore alla fine dell’anno. In una lettera alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen questa settimana, l'Associazione europea del cacao (ECA) ha affermato che l'attuazione della legge a fine dicembre potrebbe avere gravi conseguenze per le forniture di cacao, aggiungendo la sua voce a un coro crescente di richieste da parte dell'industria e dei governi di tutto il mondo.
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Il Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) è stato presentato come una pietra miliare nella lotta contro il cambiamento climatico, ma i critici affermano che è protezionistico e potrebbe finire per escludere milioni di poveri piccoli agricoltori dal redditizio mercato UE.
La maggior parte degli stati membri dell'UE ha chiesto a Bruxelles di ridimensionare la legislazione: "Attualmente, prevediamo uno scenario in cui volumi significativi di cacao senza deforestazione privi di documentazione di supporto saranno bloccati. Ciò avrà un impatto diretto sugli agricoltori nei paesi produttori e creerà una crisi di approvvigionamento in Europa", ha affermato l’ECA, che ha aggiunto che i suoi membri non hanno ancora chiaro come conformarsi alla legge. Bruxelles ha finora resistito alle ripetute richieste di ritardare o ridimensionare la legislazione, che ritiene necessaria per porre fine al contributo dell'UE alla deforestazione, la seconda causa principale del cambiamento climatico dopo la combustione di combustibili fossili.
Un portavoce della Commissione ha affermato che avrebbe risposto alla lettera dell'ECA per aiutarli a conformarsi alla nuova legge: "Come sottolineato ripetutamente... abbiamo lavorato costantemente a stretto contatto e in piena trasparenza con tutte le parti interessate per aiutarle a prepararsi a conformarsi ai loro obblighi legali", ha affermato il portavoce. L'EUDR richiede agli importatori di caffè, cacao, bovini, legname, soia, olio di palma, gomma e una vasta gamma di prodotti correlati di dimostrare che i loro beni non sono stati coltivati su terreni deforestati dopo il 2020.
Tra le misure richieste, gli importatori dovranno mappare digitalmente le loro catene di fornitura fino al terreno in cui sono state coltivate le loro materie prime, tracciando milioni di piccole aziende agricole in regioni rurali remote.
I critici affermano che i requisiti di geolocalizzazione sono estremamente complessi nelle catene di fornitura che si estendono in tutto il mondo e coinvolgono non solo milioni di aziende agricole, ma anche molteplici intermediari i cui dati non sono facilmente verificabili.
L'UE è il secondo maggiore contributore mondiale alla deforestazione attraverso le sue importazioni, secondo i dati del WWF.
Fonte Reuters