Nelle ultime settimane si è molto parlato della possibile entità del raccolto di caffè del Brasile e dell’impatto del conflitto tra Russia ed Ucraina sui prezzi del prodotto e, proprio a questo proposito, si è espresso l'analista economico Guilherme Morya, esperto di settore presso Rabobank.
Cosa succede in Brasile
Morya, in una recente analisi condotta per l’istituto di credito, sottolinea che il raccolto di caffè del Brasile potrebbe raggiungere i 64,5 milioni di sacchi, di cui 41,4 milioni di varietà arabica: “Se si fa riferimento all’ultimo ciclo di alta produzione, quello del 2020, si parla di un calo del 10,4% e del 21,9% - spiega Morya riferendosi ai dati sul raccolto complessivo ed a quello di arabica - e vale la pena di ricordare che una produzione di caffè arabica come quella stimata attualmente sarebbe la più bassa dal 2015. Le condizioni climatiche avverse contraddistinte da siccità e gelate hanno ridotto significativamente il potenziale produttivo delle aree destinate alla produzione di caffè arabica in un contesto contraddistinto da un forte aumento delle aree improduttive derivante, anche, da operazioni di potatura più intense. Le coltivazioni di caffè robusta, invece, denotano un ottimo stato e sembrano pronte per dare alla luce un raccolto record attualmente stimato in 23,1 milioni di sacchi”.
Conflitto tra Russia ed Ucraina
Il conflitto tra Russia ed Ucraina procede senza sosta e le dichiarazioni in arrivo da Mosca lasciano intendere che non è presente nessun piano per interrompere l’operazione militare in corso.
“Sin dall’inizio del conflitto - continua Morya - i prezzi del caffè hanno ceduto terreno a causa dei timori relativi alla domanda, in quanto Russia ed Ucraina consumano rispettivamente circa 4,3 ed 1,4 milioni di sacchi di caffè e, complessivamente, pesano per il 3,5% della domanda globale di caffè. Oltre al calo dei consumi in questi due paesi, vi sono preoccupazioni su come il conflitto possa incidere sulla domanda di caffè in Europa, poiché la pressione inflazionistica, alimentata dal conflitto stesso, potrebbe limitare il consumo di caffè nel Vecchio continente. Un altro elemento che ha mantenuto le quotazioni del caffè sotto pressione è il miglioramento della logistica globale in termini di movimentazione della merce, anche se la situazione è passibile di ulteriori miglioramenti; in ultima battuta, si nota come la situazione in essere abbia indotto alcuni fondi a ridurre l’esposizione nel mercato del caffè sulla piazza di New York, una strategia che si è tradotta in un aumento della volatilità dei prezzi”.
Prezzi ed esportazioni
Analizzando la situazione di mercato, Morya afferma che i produttori dovrebbero lavorare al fine di ottimizzare le loro strategie individuando con precisione il costo di produzione al fine di stabilire un obiettivo in termini di margini di profitto: “Spesso il produttore è ancorato a un determinato prezzo, il che può far perdere buone opportunità di vendita. Consigliamo sempre al produttore di definire una politica di marketing, con obiettivi di vendita e margini, tenendo sempre conto del loro costo di produzione”.
In termini di export il problema maggiore, negli ultimi mesi, è rappresentato dall’aumento dei costi di trasporto unito alla scarsa disponibilità di container ed all’annullamento di numerose prenotazioni, un mix di fattori che rappresenta una enorme sfida per l’intera filiera del caffè: “In alternativa alcune spedizioni sono state effettuate in modalità ‘break bulk’ per sopperire alla mancanza di container, tuttavia non è la modalità ideale per esportare caffè. Nonostante il recente miglioramento, le strozzature logistiche continuano a rappresentare un problema; nei primi due mesi del 2022, il Brasile ha esportato 6,8 milioni di sacchi, in calo del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, secondo l'indice WCI, i costi di trasporto a mezzo container si attestavano ad 8,04 dollari per container nella giornata del 7 aprile: si tratta di un calo del 12,4% su base mensile e questo è positivo, tuttavia il costo è superiore del 64% rispetto ad aprile 2021 e tutto indica che i problemi logistici persisteranno per tutto il 2022”.
Clima e consumo
Per quanto concerne il clima, Morya sottolinea che è sempre un fattore di incertezza per la produzione agricola, ma non implica necessariamente una riduzione drastica della produzione: “Per ridurre al minimo questo rischio, è importante che il produttore investa sempre in nuove tecnologie, come il monitoraggio, climatico e agricolo, l’utilizzo di varietà resistenti ed uso efficiente dell’irrigazione e degli altri sistemi di ottimizzazione della produzione”.
Nei giorni passati la Associação Brasileira da Indústria de Café (ABIC) ha reso noto che il consumo di caffè brasiliano è stato di 21,5 milioni di sacchi, nel 2021, con un aumento dell'1,71% rispetto al 2020: “Si tratta di volumi molto simili a quelli stimati da Rabobank - spiega Morya - ed il fattore principale che ha contribuito a questo incremento è il ritardo del settore nel trasferire al consumatore l'aumento del costo del caffè verde e di altri materiali. Per il 2022, assistiamo a un aumento dei consumi nel stesse proporzioni che abbiamo osservato nel 2021: i dati di ABIC e dell’Instituto de Economia Agrícola (IEA) - conclude Morya - indicano che negli ultimi 12 mesi i prezzi al dettaglio del caffè sono aumentati di quasi il 90%. E data l'attuale pressione inflazionistica e altre sfide economiche che il Brasile deve affrontare, tendono a limitare una forte crescita dei consumi”.
Fonte CafePoint