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Commodities, Trump e Cina: cosa accadrà nel 2025?



La Redazione Articolo pubblicato il 20/12/2024 10:00:00
In primo luogo, è quasi certo che Trump imporrà una qualche forma di dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, quanto saranno grandi e dannosi resta da stabilire, ma è ragionevole affermare che qualsiasi dazio sarà negativa per l'economia globale


Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e l'economia cinese in difficoltà plasmeranno i mercati globali delle materie prime nel 2025.  In un contesto simile è difficile prevedere ciò che accadrà, tuttavia, è pressoché certo che assisteremo ad una grande volatilità delle quotazioni delle merci ed al palesarsi di numerosi eventi chiave in grado di influenzare i prezzi nell’una e nell’altra direzione.

Prendiamo in considerazione, ad esempio, la possibile introduzione di dazi: Trump ha assicurato dazi sino al 60% sulla Cina e del 20% sulle altre nazioni e questo potrebbe far deragliare la crescita economica globale, forzare un riallineamento dei flussi commerciali, aumentare l'inflazione e portare a una politica monetaria più restrittiva, tuttavia, è altrettanto possibile che nessuna di queste cose accadrà se le affermazioni di Donald Trump dovessero rivelarsi nulla più che mere tecniche negoziali, una circostanza che obbligherebbe il nuovo presidente degli Stati Uniti a rinunciare ad intraprendere qualsiasi azione nel caso in cui i risultati ottenuti dovessero risultare soddisfacenti.

Per le materie prime più esposte all'economia globale, come il rame e il minerale di ferro, ciò significa che i trader probabilmente adotteranno un approccio attendista, ragion per cui è lecito attendersi una significativa volatilità delle quotazioni a seconda delle news che arriveranno a mercato, almeno sino a che non avremo un quadro complessivo più chiaro.  Dal primo mandato di Trump abbiamo imparato che è più importante concentrarsi su ciò che la sua amministrazione fa effettivamente piuttosto che sui messaggi quasi ininterrotti e spesso confusi del presidente e dei suoi alleati sui social media…

Il primo mandato di Trump ha anche dimostrato che in genere considera l'atto di concludere un accordo più importante del contenuto effettivo di quell’accordo: basta guardare il suo primo round di dazi che, nonostante non abbiano sortito grandi risultati, ricevono ancora l’appoggio del leader della Casa Bianca; questi dazi non hanno ridotto il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina, non hanno innescato una rinascita manifatturiera negli Stati Uniti, non hanno aumentato molte entrate e la Cina non è nemmeno lontanamente riuscita a rispettare i suoi obblighi di aumentare massicciamente le importazioni di greggio, carbone e GNL dagli Stati Uniti.

È possibile che il team di Trump abbia imparato da questa esperienza, ma se la lezione che hanno imparato è che devono adottare una linea più dura, allora i rischi di una guerra commerciale e la conseguente debolezza economica globale aumenteranno.

Si è parlato molto dell'opinione che la Cina sia molto meno attrezzata per resistere a una guerra commerciale con gli Stati Uniti ora di quanto non lo fosse nel 2018, a causa della lenta crescita della seconda economia più grande del mondo e questo può essere parzialmente vero, ma la Cina ha anche una serie di strumenti a disposizione per aiutarla a gestire con successo una guerra commerciale. Potrebbe danneggiare l'economia statunitense interrompendo le catene di fornitura, vendendo una quantità enorme di titoli del Tesoro USA, svalutando la propria valuta, aumentando la spesa per gli stimoli e rafforzando la propria leadership nelle tecnologie e nelle installazioni di energia rinnovabile.

La Cina potrebbe anche cercare di compensare qualsiasi perdita di accesso ai mercati statunitensi incrementando il commercio e gli investimenti in Europa e in quello che viene ampiamente definito il "sud globale”.

Di nuovo, è tutt'altro che certo che queste tattiche saranno impiegate, molto dipenderà dalle politiche effettive che l'amministrazione Trump metterà in atto una volta che avrà prestato giuramento il 20 gennaio, tuttavia, vale la pena di esaminare le tendenze esistenti e probabili che potrebbero verificarsi nel 2025.


Dazi e stimoli

In primo luogo, è quasi certo che Trump imporrà una qualche forma di dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, quanto saranno grandi e dannosi resta da stabilire, ma è ragionevole affermare che qualsiasi dazio sarà negativa per l'economia globale e quindi eserciterà una pressione al ribasso su materie prime come petrolio greggio, minerale di ferro e GNL.

In secondo luogo, l'economia cinese sta mostrando alcuni segnali di miglioramento, con l'attività delle fabbriche in espansione al ritmo più rapido degli ultimi cinque mesi a novembre. Se Pechino continuerà a iniettare stimoli in modo misurato, è probabile che la ripresa continui.

Ciò sarebbe positivo per minerale di ferro, rame e GNL. Potrebbe non essere così positivo per il petrolio greggio, dato che il rapido passaggio della Cina all'elettrificazione dei veicoli leggeri sta riducendo la domanda di benzina e il suo passaggio al GNL per i camion sta iniziando a danneggiare la domanda di diesel.

Una tendenza che molto probabilmente continuerà è la crescente sensibilità ai prezzi della Cina come acquirente di materie prime. Ciò è stato evidente quest'anno nel petrolio greggio, poiché le importazioni cinesi sono diminuite del 2,1% su base di barili al giorno nei primi 11 mesi, nonostante le aspettative di una forte crescita della domanda da parte di organizzazioni come l'OPEC e l'Agenzia internazionale per l’energia.

Mentre la debole economia cinese e l'aumento dell'elettrificazione spiegano parte di questo declino, le raffinerie cinesi hanno semplicemente ridotto le importazioni perché ritengono che i tagli alla produzione dell'OPEC+ stessero mantenendo i prezzi troppo alti.

Il quadro generale per il 2025 è che l'anno inizierà con un alto grado di incertezza, il che rende fondamentale ignorare ampiamente la retorica di Trump e concentrarsi sulle politiche effettivamente implementate e su ciò che mostrano i dati.


Fonte Reuters


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