Il colosso russo Gazprom ha dichiarato che dal 1° gennaio 2025 saranno interrotte le esportazioni di gas alla Moldavia, che si sta preparando a quella che potrebbe divenire una vera e propria emergenza energetica, a causa di un debito non risarcito a parte di quest’ultima; stando al comunicato, Gazprom si riserva il diritto di intraprendere qualsiasi azione, inclusa la risoluzione del contratto di fornitura con la Moldavia.
La Russia fornisce alla Moldavia circa 2 miliardi di metri cubi di gas all'anno, che viene convogliato tramite Ucraina nella regione separatista della Transnistria, dove viene utilizzato per generare energia a basso costo che viene venduta alla Moldavia.
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Il primo ministro moldavo Dorin Recean ha condannato la decisione russa, che potrebbe essere un precursore di interruzioni di fornitura più importanti verso l’intera Europa in quanto, tramite la rotta ucraina, il gas fluisce poi verso Slovacchia, Austria, Ungheria e Italia (il contratto per la tratta Ucraina scade ufficialmente nella giornata di domani e non si ha notizia di un rinnovo dello stesso).
La Moldavia sarà la più colpita dal blocco: "Questa decisione conferma ancora una volta l'intenzione del Cremlino di lasciare gli abitanti della regione della Transnistria senza luce e calore nel bel mezzo dell'inverno", ha dichiarato Recean, accusando la Russia di usare l'energia come arma politica, un’accusa respinta con fermezza da Mosca.
La Russia, che critica il governo centrale della Moldavia orientato verso l'Occidente, ha affermato che la Moldavia dovrebbe pagare un debito sulle forniture passate. Secondo i calcoli russi, il debito ammonta a 709 milioni di dollari, mentre la Moldavia asserisce che il debito in oggetto ammonta a soli 8,6 milioni di dollari; in precedenza, Gazprom ha affermato che, prima di sfruttare rotte alternative per far fluire il gas in Moldavia, questa dovrà risarcire il debito in essere.
La Transnistria e il governo di Chisinau hanno concordato nel 2022 che tutto il gas russo ricevuto dalla Moldavia sarebbe confluito nella regione separatista, che tradizionalmente non paga il carburante. Senza le forniture di gas, la centrale elettrica potrebbe smettere di funzionare e Moldavia e Transnistria affronterebbero blackout di ore simili a quelli sperimentati dall'Ucraina a causa degli attacchi della Russia alle infrastrutture energetiche.
Il governo della Transnistria ha detto alle aziende che da sabato le forniture di gas avrebbero iniziato a essere interrotte per le entità commerciali che non erano considerate critiche, ma ha anche affermato che le forniture di gas, riscaldamento e acqua calda alle famiglie sarebbero continuate come al solito fino al 1° gennaio.
Recean ha detto che la Moldavia aveva diversificato le fonti di fornitura di gas per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore: "Il nostro paese è pronto a gestire qualsiasi situazione che si presenti in seguito alla decisione del Cremlino", ha aggiunto.
La popolazione moldava si è preparata per lunghe interruzioni di corrente da quando il governo ucraino ha detto che non estenderà il suo contratto di transito con Gazprom. La Moldavia e la Transnistria hanno entrambe dichiarato lo stato di emergenza per la minaccia di interruzione delle forniture di gas, e la Moldavia ha affermato venerdì che limiterà le esportazioni di energia e introdurrà misure per ridurre i consumi di almeno un terzo dal 1° gennaio. La presidente moldava Maia Sandu ha accusato Gazprom di aver provocato una crisi energetica, affermando che si rifiutava di fornire gas tramite una via alternativa.
Fonte Reuters