I prezzi dell’oro, che passa di mano ad oltre 2.460 dollari per oncia, registra la miglior performance mensile da marzo 2024, in un contesto che vede gli investitori guardare con apprensione al crescere della tensione geopolitica in Medio Oriente e con favore ad un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel mese di settembre.
Grafico Tradingview
Bob Haberkorn, senior market strategist presso RJO Futures, afferma che la diffusione di maggior certezza a proposito di un taglio dei tassi imminente spingerebbe l’oro al di sopra dei 2,500 dollari per oncia con una certa facilità, mentre la carenza di informazioni certe da parte dei funzionari della banca centrale potrebbe innescare delle vendite che, tuttavia, sarebbero limitate dalla tensione geopolitica in Medio Oriente con la formazione di un buon floor a ridosso dei 2.400 dollari per oncia.
Il leader di hamas Ismail Haniyeh è stato braccato ed abbattuto dall’intelligence israeliana all’interno del territorio iraniano ed il gruppo terrorista, insieme alla leadership dittatoriale di Teheran ed alle milizie filo iraniane di hezbollah (anche questi ultimi noti per essere un nutrito gruppo terrorista finanziato dall’Iran) hanno promesso ritorsioni contro Israele, già impegnato nella lotta contro il terrorismo a Gaza e presso il confine con il Libano.
A sostenere i prezzi del lingotto sono anche altri fattori, quali la debolezza del dollaro e la contrazione del rendimento dei titoli di stato a stelle e strisce.
Fonte Reuters