Nella sessione di ieri, con un massimo ad oltre 2712 dollari per oncia ed una chiusura a 2707 dollari, l’oro registra un nuovo massimo storico sostenuto dall’incertezza sulle elezioni USA, dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dalla possibilità di ulteriori allentamenti nella politica monetaria da parte della Federal Reserve.
Grafico Tradingview
L'oro ha registrato un'impennata di oltre il 30% quest'anno, superando i livelli record, spinto dalle prospettive di ulteriori tagli dei tassi della Federal Reserve dopo un taglio dei tassi di mezzo punto percentuale il mese scorso e dalle incertezze geopolitiche in corso.
"Oltre alle preoccupazioni in Medio Oriente, ci si sta anche avvicinando alle elezioni negli Stati Uniti, che sembrano essere molto combattute. E questo genera un sacco di incertezza, e l'oro è spesso l’asset a cui rivolgersi in tempi di incertezza”: questo il commento di Nitesh Shah, commodity strategist presso WisdomTree.
Si tratta di una performance estremamente rilevante e, secondo le dichiarazioni in arrivo dalla London Bullion Market Association (LBMA), il metallo giallo potrebbe raggiungere i 2940 dollari per oncia nei prossimi 12 mesi ed anche queste dichiarazioni hanno sicuramente contribuito a stimolare l’interesse degli investitori verso il lingotto.
Anche la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse per la terza volta quest'anno di un quarto di punto.
Fonte Reuters