Nella sessione di ieri i prezzi dell’oro sono nuovamente tornati a salire raggiungendo il massimo di una settimana mentre le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina hanno scatenato una corsa verso i beni rifugio, con gli investitori in trepidante attesa per segnali più chiari da parte della Fed in materia di tassi di interesse.
Nel dettaglio, i futures sull’oro hanno terminato gli scambi a quota 2.635 dollari per oncia, in aumento dello 0.8% rispetto alla sessione precedente.
Grafico Tradingview
Lunedì, l'oro è balzato del 2%, segnando il suo più grande aumento giornaliero da metà agosto e rimbalzando bruscamente da un minimo di due mesi toccato la scorsa settimana: ”Riteniamo che i report notturni sul cambiamento della dottrina nucleare della Russia in seguito al primo attacco missilistico a lungo raggio dell'Ucraina sul territorio russo abbiano portato ad alcuni flussi verso l’oro nella veste di bene rifugio - spiega Daniel Ghali, commodity strategist presso TD Securities - anche se, in queste condizioni, gli speculatori non hanno abbastanza forza per dare il via ad un nuovo rialzo che non sia un consolidamento dei prezzi”.
Questa settimana sono previsti interventi di diversi funzionari della Fed, il che potrebbe offrire ulteriori approfondimenti sul percorso di taglio dei tassi. I trader attualmente vedono una probabilità del 63% di un taglio di 25 punti base a dicembre.
L'incertezza geopolitica, gli acquisti delle banche centrali e i deficit in aumento negli Stati Uniti e in altre nazioni occidentali stanno ulteriormente sostenendo l'oro, ha affermato Commerzbank, ed a sostenere i lingotti è stato anche il ritiro del dollaro che arriva dopo un forte rally la scorsa settimana a un massimo di un anno alimentato dalla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Fonte Reuters