L’oro ha terminato la prima sessione della nuova ottava in calo dello 0,5% a quota 2042 dollari per oncia gravato dalla rinnovata forza del dollaro USA e da rendimenti obbligazionari che, dopo il report sul mercato del lavoro a stelle e strisce, sono aumentati; di peso anche le dichiarazioni della Federal Reserve in merito ai tassi di interesse, che hanno deluso le attese dei mercati.
"Stiamo assistendo all'effetto del forte rapporto sull'occupazione di venerdì che ha spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury ed il Dollar Index - spiega Jim Wyckoff, analista senior di Kitco Metals - l’impatto continua anche oggi e pesa sull’oro, tuttavia, l’oro dovrebbe mantenersi al di sopra del livello di 2.000 dollari a causa delle incertezze geopolitiche del mercato che potrebbero rapidamente stimolare una certa domanda di beni rifugio”.
Il Dollar Index è salito dello 0,5% per essere scambiato vicino al massimo di tre mesi, rendendo i lingotti più costosi per i detentori di altre valute, mentre i rendimenti dei Treasury a 10 anni di riferimento sono saliti oltre il massimo di una settimana.
I dati di venerdì hanno mostrato che i libri paga del settore non agricolo negli Stati Uniti sono aumentati di 353.000 posti di lavoro a gennaio, il maggiore aumento in un anno. La forte crescita dell’occupazione e gli ampi aumenti salariali hanno deluso le prospettive di un taglio del tasso della Fed il prossimo mese ed anche un intervento nel meeting tra fine aprile e maggio pare un’eventualità prossima ad allontanarsi dall’orizzonte.
La Fed può essere “prudente” nel decidere quando tagliare il tasso di riferimento, con un’economia forte che dà ai banchieri centrali il tempo di creare fiducia in un ulteriore calo dell’inflazione, ha detto il presidente della Fed Jerome Powell in un’intervista.
L'attenzione degli investitori si sposta ora sui commenti di una serie di relatori della Fed questa settimana per ottenere ulteriori indizi sulla tempistica dei tagli dei tassi.
Fonte Reuters