Al termine della passata ottava gli analisti di Goldman Sachs hanno dichiarato che il prezzo del Brent potrebbe raggiungere un picco, nel 2025, superiore di 10 - 20 dollari superiore ai livelli attuali a causa di potenziali interruzioni nella produzione di greggio dell’Iran.
Israele, dopo il codardo attacco di martedì passato da parte della repubblica islamica, ha promesso una dura reazione che, potenzialmente, potrebbe interessare i siti petroliferi iraniani: lo stato di estrema incertezza non fa che aumentare i timori relativi ad un ampliarsi della guerra in Medio Oriente che ha già contribuito ad aumentare il prezzo del barile.
"Ipotizzando un'interruzione di due milioni di barili al giorno per sei mesi nell'approvvigionamento iraniano, stimiamo che il Brent potrebbe salire temporaneamente a un picco di 90 dollari per barile - spiegano gli analisti di Goldman Sachs - nel caso in cui la OPEC riuscisse a compensare rapidamente il deficit. Supponendo, invece, un'interruzione persistente di un milione di barili al giorno all'approvvigionamento iraniano, che riflette ad esempio un rafforzamento dell'applicazione delle sanzioni, stimiamo che il Brent potrebbe raggiungere un picco simile a quello raggiunto nella metà degli anni ’80”.
Allo stati attuale, tuttavia, Goldman continua ad individuare come scenario più probabile quello in cui il Brent sarà scambiato in un range compreso tra 70 ed 85 dollari per barile ad un prezzo medio di 77 dollari nel quarto trimestre 2024 e di 76 dollari nel 2025 (questo scenario fa riferimento ad un contesto privo di interruzioni nella fornitura).
Fonte Reuters