Il Cremlino, nella persona del vice primo ministro Alexander Novak, ha affermato che il superamento della quota di produzione di petrolio da parte della Russia non ha indotto attriti di sorta con la OPEC+ e che il secondo maggiore esportatore di petrolio al mondo compenserà l’output eccedente.
La notizia di un eccesso produttivo ha innescato speculazioni tra alcuni commercianti di petrolio sulla tensione tra l'Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale che guida l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, e la Russia, un evento negato con fermezza da Novak, che minimizza spiegando che si tratta di errori di processo che saranno eliminati e, come detto in precedenza, compensati.
Una fonte industriale ha detto a Reuters che Novak ha avuto una telefonata la scorsa settimana con funzionari sauditi, che hanno espresso preoccupazione per la sovrapproduzione della Russia, una preoccupazione derivante dal fatto che i Saudita necessitano di prezzi del barile più elevati al fine di riequilibrare il loro bilancio.
La crescita economica dell’Arabia Saudita sarà probabilmente una delle più lente tra i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, quest’anno, secondo un sondaggio Reuters condotto da economisti, che hanno abbassato le previsioni di crescita di tre mesi fa a causa dei prolungati tagli alla produzione di petrolio (i dati sulla produzione russa sono riservati, quindi non è chiaro quanto la Russia abbia pompato a giugno e perché abbia dovuto rilasciare una dichiarazione pubblica al riguardo se la sovrapproduzione era “scarsa”); secondo i dati di fonti industriali ottenuti da Reuters, il piano di esportazione di petrolio greggio della Russia per luglio per i suoi porti occidentali è di 1,7 milioni di barili al giorno (bpd) in calo rispetto ai 2,1 milioni di giugno, mentre le attività di raffineria sono previste a 5,36 milioni di barili al giorno, in aumento rispetto a 5,16 milioni di barili al giorno.
In base agli accordi OPEC+ e ai tagli volontari, la quota della Russia da giugno a settembre era di 8,98 milioni di barili giornalieri. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, la produzione di petrolio in Russia a giugno è scesa a 9,22 milioni di barili al giorno dai 9,24 milioni di barili al giorno di maggio.
L'OPEC stima che la produzione petrolifera russa a giugno sarà pari a 9,14 milioni di barili al giorno, in calo di 114.000 barili al giorno rispetto a maggio.
Novak ha affermato che la Russia è in costante contatto con i suoi partner OPEC+ e che si aspetta che la riunione del comitato ministeriale congiunto di monitoraggio (JMCC) dell’OPEC+ del 1° agosto sia costruttiva al pari di quanto accaduto in passato con l’obiettivo generale di mantenere il mercato petrolifero in equilibrio in un contesto di complessivo rispetto degli accordi da parte dei paesi coinvolti.
Mercoledì il segretariato dell’OPEC ha affermato che Kazakistan, Iraq e Russia hanno presentato piani per compensare la sovrapproduzione nei primi sei mesi del 2024 riducendo la produzione ogni mese fino a settembre 2025.
L’OPEC ha affermato che la sovrapproduzione cumulativa nei sei mesi tra gennaio e giugno è stata di 1,184 milioni di barili al giorno per l’Iraq, 620.000 barili al giorno per il Kazakistan e 480.000 barili al giorno per la Russia.
L’Iraq ha ripetutamente affermato di essere impegnato a rispettare le decisioni dell’OPEC+ e che compenserebbe la sovrapproduzione. A febbraio, il ministro del Petrolio Hayan Abdel-Ghani ha dichiarato che l’Iraq si era impegnato a produrre non più di 4 milioni di barili al giorno ma, tra gennaio e giugno ha prodotto tra 4.189 e 4.217 milioni di barili al giorno, secondo fonti secondarie utilizzate dall'OPEC per determinare la produzione dei membri. A marzo, il ministero del Petrolio iracheno ha dichiarato che avrebbe ridotto le esportazioni di greggio a 3,3 milioni di barili al giorno per compensare il superamento della quota OPEC, ma l’Iraq ha spedito una media di 3,41 milioni di barili al giorno ad aprile e 3,36 milioni di barili al giorno a maggio, secondo i dati del ministero del Petrolio e i calcoli della Reuters.
Fonte Reuters