Nella sessione di ieri le scorte di petrolio degli Stati Uniti hanno registrato, secondo quanto affermato dalla EIA (Energy Information Administration), un calo di 515.000 barili: si tratta di una contrazione che ha colto di sorpresa il mercato, in quanto gli analisti attendevano, al contrario, un brusco aumento di circa 2,3 milioni di barili.
In crescita le scorte presso l’hub di Cushing - Oklahoma - che presentano un incremento di 681.000 barili; in calo sul fronte delle importazioni, i volumi netti, che diminuiscono di 605.000 barili ad un totale di 1,7 milioni di barili giornalieri, mentre aumentano a 4,3 milioni di barili giornalieri (+149.000 barili) le esportazioni.
Le importazioni di greggio dall'Arabia Saudita sono scese al punto più basso da gennaio 2021, a soli 13.000 barili al giorno, in calo rispetto ai 150.000 barili della precedente rilevazione; il calo delle importazioni riguarda anche i barili in arrivo da Canada, Iraq, Colombia e Brasile, un elemento che ha aiutato a ridurre le scorte.
Grafico Tradingview
A stupire il mercato, in ogni caso, non sono tanto i dati sulle scorte di greggio, ma quelli relativi alle scorte di benzina che, a causa della domanda elevata, sono scese inaspettatamente ai livelli più bassi degli ultimi due anni.
Nel dettaglio, le scorte di benzina statunitensi sono diminuite di 2,7 milioni di barili, contro un mercato che attendeva un aumento di 600.000 barili.
La benzina fornita, un proxy per la domanda, è salita a 9,2 milioni di barili al giorno dagli 8,8 milioni di barili al giorno della settimana precedente e ha segnato il livello più alto dalla settimana conclusasi il 4 ottobre: si tratta di un aumento che, secondo alcuni analisti, mostra un quadro contraddistinto da domanda sana ed offerta in fase di debolezza; se il calo delle scorte dovesse protrarsi potremmo assistere ad un aumento dei prezzi del petrolio e ad un allentamento dei tagli alla produzione da parte della OPEC+.
Fonte Reuters