Gli investitori sono rimasti decisamente pessimisti sulle prospettive dei prezzi del petrolio nonostante la crescente fiducia che la Federal Reserve statunitense taglierà i tassi di interesse per stimolare la spesa dei consumatori e delle aziende.
I gestori di fondi sono tornati a vendere future e opzioni sul petrolio, la scorsa settimana, poiché il rally di copertura della settimana prima ha rapidamente esaurito lo slancio e il sentiment negativo è tornato.
I fondi speculativi e altri gestori di denaro hanno venduto l'equivalente di 48 milioni di barili nei sei contratti future e opzioni più importanti nei sette giorni conclusi il 20 agosto.
Grafico Tradingview
I fondi sono stati venditori in sei delle ultime sette settimane, riducendo la loro posizione di un totale di 346 milioni di barili dall'inizio di luglio, secondo i registri depositati presso borse e autorità di regolamentazione.
La posizione combinata era stata ridotta a soli 178 milioni di barili, il quarto più basso mai registrato nei dati settimanali risalenti al 2013, in calo rispetto al recente massimo di 524 milioni del 2 luglio.
La crescente fiducia che la Federal Reserve e altre importanti banche centrali taglieranno i tassi di interesse per alimentare la spesa dei consumatori e gli investimenti aziendali non ha dissipato le preoccupazioni sulla debole crescita del consumo di petrolio.
I trader erano anche preoccupati per i possibili aumenti della produzione da parte dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati dell'OPEC+ dall'inizio di ottobre, che, se attuati, potrebbero aumentare le scorte e deprimere ulteriormente i prezzi.
Risulta ancora presente un notevole potenziale per la copertura allo scoperto e la ricostruzione di posizioni rialziste per aiutare a spingere i prezzi più in alto se il sentiment diventasse più rialzista anche se, per ora, il possibile aumento della produzione da parte della OPEC+ ed i persistenti dubbi sulle prospettive economiche si confermano elementi in grado di limitare i prezzi del barile.
Fonte Reuters