Nella sessione di ieri i prezzi del petrolio si sono mossi in rialzo sostenuti dalle attese per un incremento della domanda estiva e dai timori che i tagli alla produzione applicati dalla OPEC+ siano in grado di innescare un deficit di offerta nel corso dell’anno; scendendo maggiormente nel dettaglio, alle ore 19.00 di ieri il prezzo del WTI si attestava a quota 83 dollari per barile in aumento dell’1,8% portando al 6% il guadagno registrato nel passato mese di giugno dopo che la OPEC+ ha esteso sino al 2025 i tagli alla produzione attualmente in vigore.
L’operato della OPEC+ ha indotto gli analisti a prevedere deficit di offerta nel terzo trimestre poiché i trasporti e la domanda di aria condizionata durante l’estate intaccano le scorte: "Gli indicatori della domanda sembrano solidi, soprattutto nell'importantissimo mercato statunitense, e il picco della domanda di greggio da parte delle raffinerie è ormai saldamente in atto e dovrebbe durare fino ad agosto", affermano gli analisti di JP Morgan in una nota ai clienti.
Negli Stati Uniti, il più grande produttore e consumatore mondiale di petrolio, la produzione di petrolio e la domanda dei principali prodotti sono salite entrambe ai massimi di quattro mesi in aprile, sostenendo i prezzi.
Martedì l'attenzione degli investitori si concentrerà sulle osservazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, seguite dalla pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione politica della banca centrale statunitense di mercoledì e dalla pubblicazione, nella giornata di venerdì, dei non farm payrolls. La Fed ha aumentato i tassi di interesse in modo aggressivo nel 2022 e nel 2023 per domare un’impennata dell’inflazione. I tassi più elevati hanno aumentato i costi di finanziamento per consumatori e imprese, il che può rallentare la crescita economica e ridurre la domanda di petrolio.
Le attese relative ad un taglio dei tassi di interesse e la situazione politica in Europa e Medio Oriente hanno favorito il formarsi di un floor di prezzo per il petrolio, spiega l’analista di IG Tony Sycamore.
In Francia, gli oppositori del movimento di estrema destra del paese hanno cercato di costruire un fronte unito per bloccare il percorso verso il governo del Raggruppamento Nazionale (RN) di Marine Le Pen dopo che ha ottenuto risultati storici vincendo il primo turno delle elezioni parlamentari anticipate.
"Questa settimana si prevede un aumento della volatilità nei mercati più ampi poiché le elezioni dominano l'agenda in Europa e nel Regno Unito, mentre negli Stati Uniti le preoccupazioni sull'idoneità del presidente Biden alla carica, per non parlare della rielezione, dominano le notizie", ha affermato Ashley Kelty, analista presso Panmure Gordon.
Negli Stati Uniti, i più importanti democratici hanno escluso la possibilità di sostituire il presidente Joe Biden come candidato democratico dopo la sua debole prestazione nel dibattito della scorsa settimana e hanno invitato i membri del partito a concentrarsi invece sulle conseguenze del potenziale ritorno al potere dell’ex presidente Donald Trump.
Fonte Reuters