Nella sessione di ieri la corsa al rialzo dei prezzi del petrolio ha subito una pesante battuta d’arresto, con le quotazioni del Brent che sono scese di oltre il 4% attestandosi a quota 77,33 dollari per barile (dati aggiornati a martedì 8 ottobre alle ore 16.30) in un contesto che vede gli investitori in attesa di conoscere quale sarà la risposta di Israele all’attacco dell’Iran di pochi giorni fa; proprio l’acuirsi del conflitto in Medio Oriente ha determinato l’impennata dei prezzi del barile osservata nella passate sessioni.
"Il conflitto in Medio Oriente sta ribollendo e accende timori di escalation e interruzioni della fornitura di petrolio. Lo scenario più probabile è un altro shock soft, con i prezzi del petrolio in aumento e in calo prima della fine dell'anno", ha affermato Norbert Ruecker della banca d'investimento Julius Baer.
Sempre ieri il gruppo terroristico Hebollah ha accennato alla possibilità di un cessate il fuoco da negoziarsi con lo stato ebraico dopo che Gerusalemme ha aumentato il livello dello scontro effettuando nuove incursioni nella parte meridionale del Libano. Da parte israeliana, il ministro della difesa Yoav Gallant ha affermato che anche il sostituto del leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah sia deceduto a seguito di un attacco mirato da parte della IAF.
Il rally del prezzo del petrolio è iniziato dopo che l'Iran ha lanciato un bombardamento missilistico su Israele il 1° ottobre. Israele ha giurato di vendicarsi e ha affermato di stare valutando le sue opzioni, con le strutture petrolifere iraniane considerate un possibile obiettivo.
Alcuni analisti hanno affermato che un attacco alle infrastrutture petrolifere iraniane era improbabile e hanno avvertito che i prezzi del petrolio potrebbero subire una notevole pressione al ribasso se Israele si concentrasse su qualsiasi altro obiettivo: “Sarebbe irresponsabile affermare che il coinvolgimento diretto dell’Iran contro Israele nel conflitto in corso sia scongiurato, tuttavia, le minacce di attacchi israeliani alle infrastrutture petrolifere iraniane non si sono ancora materializzate", ha affermato l'analista PVM Tamas Varga.
Fonte Reuters