Nella sessione di venerdì 1 novembre 2024 abbiamo potuto - ancora una volta - osservare come i prezzi del petrolio siano ormai in totale balia delle news in arrivo a mercato relative all’evolversi della situazione in Medio Oriente; sostenute dai timori di un attacco ad Israele da parte di Teheran, le quotazioni del barile hanno registrato una sessione connotata da oscillazioni intense con massimi intraday a 71,45 dollari e minimi a 69,32 dollari, poco al di sotto della chiusura a 69,49 dollari per barile.
Grafico Tradingview
L'intelligence israeliana suggerisce che l'Iran si stia preparando ad attaccare Israele dal territorio iracheno nei prossimi giorni, forse prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, ha riferito giovedì Axios, citando due fonti israeliane non identificate.
L'attacco dovrebbe essere effettuato dall'Iraq utilizzando un gran numero di droni e missili balistici, ha aggiunto il rapporto Axios, un modalità di attacco che, secondo gli analisti, potrebbe essere un tentativo di Teheran di evitare una risposta israeliana contro obiettivi strategici in terra iraniana soprattutto se, come affermano alcuni esperti di settore, le infrastrutture strategiche israeliane dovessero essere interessate e danneggiate dall’attacco dell’Iran.
Il sentiment rimane all’insegna dell’incertezza, in quanto le notizie relative alla situazione in Medio Oriente sembrano indirizzare l’operato degli investitori: l’inizio della passata settimana è stato connotato da intense vendite nel settore petrolifero in quanto si è valutata come moderata la risposta di Gerusalemme, tuttavia, sono bastate poche notizie per invertire rapidamente la situazione in un contesto in cui il mercato attende con ansia le decisioni della OPEC+ che potrebbe, già nei prossimi giorni, comunicare una variazione all’attuale strategia produttiva; positivi i dati dalla Cina che indicano un aumento dell’attività manifatturiera, un evento che testimonierebbe la validità delle misure di stimolo implementate da Pechino.
Fonte Reuters