Nel mese di ottobre 2023 la produzione di petrolio degli Stati Uniti ha continuato a salire, tuttavia, tuttavia, si registrano i primi segnali di un rallentamento della stessa che si propone, tra l’altro, come una risposta al calo delle quotazioni del barile iniziato a metà 2022.
Secondo la Energy Information Administration (EIA) la produzione di petrolio degli Stati Uniti ha raggiunto un picco di 10,9 milioni di barili giornalieri con un aumento di 0,7 milioni di barili giornalieri rispetto allo stesso periodo nel 2022, tuttavia si mostra inferiore all’aumento di 0,9 milioni di barili giornalieri che rispecchiano l’andamento della produzione all’inizio del 2023.
Nell’ottobre 2023 i prezzi dei futures del greggio statunitense sul primo mese sono scesi di 36 dollari al barile (-29%) rispetto al picco registrato dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ed il numero di rig operativi di 122 unità (ad ottobre 2023) rispetto al picco registrato a dicembre 2022.
Il conteggio degli impianti ha seguito il calo dei prezzi con un ritardo medio di quattro-cinque mesi, in linea con il modello storico dal 1990 mentre, al contrario, la produzione ha resistito più del solito, stabilendo una serie di nuovi record nel terzo trimestre e all’inizio del quarto, invece di seguire il calo dei prezzi con il tipico ritardo di 10-12 mesi.
Parte della resilienza potrebbe essere stata dovuta al temporaneo aumento dei prezzi nel terzo trimestre, che ha incoraggiato i produttori a massimizzare la produzione a breve termine al fine di sfruttare i prezzi elevati.
La perforazione ha continuato a mostrarsi sempre più efficace ed alcuni produttori potrebbero anche aver accelerato le operazioni di perforazione e completamento dei pozzi per incrementare la produzione e garantire valutazioni aziendali più elevate. La ricerca ha dimostrato che gran parte dell’aumento della produzione durante il terzo trimestre è venuto da un piccolo numero di aziende private, ma è probabile che si tratti di incrementi produttivi transitori: se i prezzi rimarranno contenuti, la crescita della produzione finirà per rallentare ulteriormente.
La crescita della produzione statunitense ha sottratto quote di mercato all’Arabia Saudita e ai suoi alleati OPEC+ e ha reso loro più difficile aumentare i prezzi nel 2023 ma, se i prezzi rimarranno ai livelli attuali, o se dovessero scendere di altri 10 dollari per barile, è probabile che la crescita della produzione statunitense si fermi e ripristini parte del potere di mercato del Cartello e dei suoi alleati.
Fonte Reuters