Se il gruppo di produttori OPEC+ non dovesse ridurre ulteriormente la produzione di greggio, il prezzo del barile potrebbe scendere ad una media di 60 dollari per barile nel corso del 2025 in un contesto contraddistinto da domanda in calo e da offerta in crescita nei produttori extra OPEC: questo è quanto affermano gli analisti di Citi in una nota recentemente rilasciata a mercato. Citi afferma che il mercato potrebbe perdere fiducia nella capacità di difesa, da parte della OPEC+, di un prezzo di 70 dollari e questo nonostante sia possibile un recupero tecnico delle quotazioni: sostanzialmente, gli analisti asseriscono che, per arginare la discesa, i produttori dovrebbero estendere a tempo indeterminato i tagli alla produzione attualmente in vigore.
In caso di una discesa del Brent a 60 dollari per barile, la speculazione potrebbe indurre ulteriori ribassi che potrebbero estendersi anche a 50 dollari per barile prima di assistere ad un potenziale recupero.
Inizialmente si prevedeva che le tensioni geopolitiche avrebbero aumentato i prezzi del petrolio, ma ogni recupero si è rivelato sostanzialmente un fuoco di paglia, spiegano gli analisti di Citi, che spiegano come il mercato abbia compreso che non necessariamente le tensioni geopolitiche si tramutano in interruzioni di fornitura o problemi nei trasporti, e questo rende i recuperi delle occasioni di vendita.
L’alleviarsi delle tensioni in Libia e le attese che l’interruzione di fornitura sarà di breve durata a causa della mancanza di ostilità sul campo tra le fazioni in lotta hanno spinto molti operatori di mercato a riprendere le operazioni di vendita allo scoperto: nel dettaglio, Citi indica quota 80 dollari per barile (Brent) come un buon livello per iniziare a vendere.
Sostanzialmente in linea con Citi gli analisti di Goldman Sachs, mentre quelli di UBS indicano che, nei prossimi mesi, il prezzo dell’oro nero salirà sopra gli 80 dollari in un mercato che, nonostante una domanda debole da parte della Cina, rimarrà in uno stato di carenza di offerta a causa della domanda sostenuta da altri paesi.
Dopo il calo dei prezzi della scorsa settimana, il posizionamento di mercato potrebbe effettivamente innescare una ripresa a breve termine, spingendo potenzialmente i prezzi verso gli 80 dollari per barile, tuttavia, la fine della driving season negli USA ed il contesto generale lasciano intendere che ci troveremo in un mercato molto flessibile.
Il 1° agosto, l'OPEC+ ha confermato un piano per iniziare a ridurre i tagli alla produzione attualmente in essere a partire da ottobre, tuttavia, la stessa OPEC+ hanno sottolineato come questa road map sia passibile di variazioni a seconda delle esigenze di mercato. L’OPEC+, tuttavia, sta discutendo di posticipare l’annullamento dei tagli alla produzione proprio a causa del recente calo dei prezzi del greggio.
Fonte Reuters