Gli analisti si attendono un calo delle quotazioni del petrolio nel corso della sessione odierna, in quanto la rappresaglia di Israele non ha interessato i siti petroliferi e nucleari, una condizione che allontana la possibilità di una carenza di fornitura; se le previsioni risulteranno corrette, i guadagni della passata ottava, circa il 4% per il WTI, potrebbero essere rapidamente annullati in quanto gli investitori avevano deciso di puntare sul barile proprio a causa di due elementi, ovvero le ormai prossime elezioni USA e l’evolversi della situazione in Medio Oriente.
Grafico Tradingview
Decine di jet israeliani hanno completato tre ondate di attacchi prima dell'alba di sabato contro fabbriche di missili e altri siti vicino a Teheran e nell'Iran occidentale durante la risposta dello stato ebraico all’ultimo attacco da parte del regime dittatoriale iraniano: “Il mercato può tirare un grande sospiro di sollievo - spiega Harry Tchilinguirian, responsabile del gruppo di ricerca presso Onyx - l’incognita della reazione israeliana è stata rivelata. Israele ha attaccato dopo la partenza del Segretario di Stato americano Antony Blinken, e l'amministrazione americana non avrebbe potuto sperare in un risultato migliore con le elezioni americane a meno di due settimane di distanza”.
Sabato l'Iran ha minimizzato l'attacco aereo notturno di Israele contro obiettivi militari iraniani, affermando che ha causato solo danni limitati.
"Israele non sta attaccando le infrastrutture petrolifere e le segnalazioni che l'Iran non risponderà all'attacco eliminano un elemento di incertezza - ha affermato Tony Sycamore, analista di mercato presso IG - molto probabile che assisteremo a una reazione del tipo buy the rumors and sell the news alla riapertura dei mercati”; secondo Sycamore il WTI potrebbe tornare a 70 dollari per barile ed il Brent a 74 - 75 dollari.
A prevedere un calo sono anche gli analisti di UBS che, tuttavia, indicano che la contrazione potrebbe rivelarsi solamente temporanea.
Fonte Reuters