Dopo un’apertura di ottava all’insegna della debolezza non accennano a fermarsi le vendite che hanno attinto il petrolio dopo che gli esperti di settore hanno confermato che i danni provocati in Texas da un uragano che ha colpito un importante hub petrolifero potrebbero essere più lievi del previsto.
I prezzi del WTI si attestano a ridosso degli 81,9 dollari per barile in calo dello 0,5%, dopo un calo ben più importante nella prima sessione della settimana.
Sebbene l’attività di raffinazione del petrolio sia rallentata e alcuni siti di produzione siano stati evacuati, le principali raffinerie lungo la costa del Golfo degli Stati Uniti sembrano aver subito un impatto minimo dall’uragano Beryl, che si è indebolito in una tempesta tropicale dopo aver colpito la costa del Texas.
"Le prime indicazioni suggeriscono che la maggior parte delle infrastrutture energetiche ne sono uscite indenni", hanno scritto gli analisti di ING Warren Patterson ed Ewa Manthey in una nota al cliente, aggiungendo che l'azione dei prezzi nei mercati del petrolio greggio e dei combustibili raffinati rifletteva poca preoccupazione per l'interruzione delle forniture causata dall'uragano.
Ciò ha attenuato le preoccupazioni del mercato riguardo al rischio di interruzione dell’offerta in Texas, dove viene prodotto il 40% del petrolio greggio statunitense.
I principali porti petroliferi intorno a Corpus Christi, Galveston e Houston erano stati chiusi prima della tempesta. Lunedì è stato riaperto il Corpus Christi Ship Channel e si prevede che il porto di Houston riprenderà le operazioni a stretto giro ed anche diverse raffinerie chiave come Marathon Petroleum si stavano preparando a riavviare le loro unità di raffinazione.
Gli operatori di mercato tengono d’occhio anche la situazione in Medio Oriente per ulteriori spunti commerciali. Lunedì i prezzi del petrolio sono scesi dell’1% nella speranza che un possibile accordo di cessate il fuoco a Gaza possa ridurre le preoccupazioni per l’interruzione della fornitura globale di greggio.
Alti funzionari statunitensi erano in Egitto per colloqui lunedì, ma restano dei divari tra le due parti, ha detto la Casa Bianca, e Hamas ha detto che una nuova spinta israeliana a Gaza minaccia il potenziale accordo.
I mercati stavano anche aspettando il rilascio dei dati chiave sull’inflazione negli Stati Uniti, con il presidente della Federal Reserve Powell che apparirà davanti al Congresso martedì e mercoledì, mentre gli investitori scommettevano che una serie di dati deboli sul mercato del lavoro avrebbero aumentato notevolmente la possibilità di un taglio dei tassi di interesse a settembre. a circa l’80%.
Fonte Reuters