In mezzo ad una volatilità decisamente elevata, nella sessione di ieri il prezzo del petrolio ha ceduto terreno, con il crollo delle piazze azionarie globali che limita i danni al mercato petrolifero in un contesto che vede, tuttavia, pesare la minaccia di un espandersi della guerra in Medio Oriente; nel dettaglio, il WTI ha terminato gli scambi a quota 72,94 dollari per barile in calo dello 0,8%.
Grafico Tradingview
I mercati azionari sono crollati dall'Asia al Nord America mentre gli investitori abbandonavano gli asset più rischiosi, scommettendo che saranno necessari rapidi tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per guidare la crescita economica degli Stati Uniti. "Il mercato azionario stava crollando mentre il rapporto sull'occupazione (di venerdì) ha convinto il mercato che la Fed è rimasta ancora una volta indietro", ha affermato Phil Flynn, analista senior di Price Futures Group, in una nota.
Le preoccupazioni per ulteriori possibili interruzioni dell'approvvigionamento dovute a una guerra più ampia in Medio Oriente hanno limitato le perdite di petrolio per tutta la giornata.
Israele e gli Stati Uniti si stanno preparando a una grave escalation nella regione dopo che l'Iran e i suoi alleati Hamas e Hezbollah hanno promesso di vendicarsi contro Israele per l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh e di un alto comandante militare di Hezbollah la scorsa settimana.
I trader si aspettano che la risposta dell'Iran sia di breve durata, rendendo i future sul greggio più vulnerabili ai timori di una recessione negli Stati Uniti come quelle che hanno sconvolto i mercati lunedì, ha affermato John Kilduff, socio fondatore di Again Capital LLC.
“Se questa tensione svanisce rapidamente - spiega Kilduff - il petrolio si unirà al movimento generale ed i prezzi andranno fuori controllo”.
Fonte Reuters