I prezzi del caffè arabica e del caffè robusta continuano a cedere terreno, rispettivamente sulle borse di New York (NYBOT) e Londra (ICE Futures), con i dati in arrivo a mercato che mostrano una situazione meteorologica favorevole ed esportazioni toniche in Brasile; la contrazione dei prezzi, particolarmente pronunciata, si protrae ormai dal 12 ottobre, con le quotazioni del caffè arabica che, nel momento in cui queste righe sono scritte, si attestano a quota 169,8 centesimi di dollaro per libbra e con le quotazioni del caffè robusta a quota 1871 dollari per tonnellata, entrambi in forte calo rispetto ai livelli raggiunti nei mesi precedenti.
Il marcato calo delle quotazioni è imputabile alla situazione meteorologica del Brasile, che ha favorito la fioritura delle piante rafforzando, al contempo, le attese per il prossimo raccolto; scendendo maggiormente nel dettaglio, l’agenzia specializzata Somar Meteorologia ha reso noto che lo stato del Minas Gerais (Brasile) è stato attinto da piogge intense nelle settimane passate, addirittura superiori del 243% rispetto alla media storica per questo periodo dell’anno; il Minas Gerais riveste un ruolo fondamentale nella produzione di caffè del Brasile, in quanto pesa per il 30% del raccolto di caffè arabica del Paese.
Di rilievo anche le dichiarazioni rilasciate dal Council of Coffee Exporters of Brazil (Cecafè), i cui tecnici hanno sottolineato la presenza di un forte aumento delle esportazioni di caffè del Brasile.
Il meteo influenza in modo marcato la resa dei raccolti e questo si traduce inevitabilmente in variazioni di prezzo che i traders, sfruttando elementi come le strategie in opzioni, possono trasformare in ottimi guadagni, proprio come Giancarlo Dall’Aglio insegna nei suoi corsi: clicca su questo link e scarica il materiale gratuito.

Gli analisti di Cecafè affermano che, nel mese di settembre 2022, le esportazioni di caffè del Brasile sono state pari a 3,38 milioni di sacchi, in aumento del 4,5% rispetto allo stesso mese nel 2021. La performance riflette un maggiore afflusso di caffè arabica di nuova produzione, che controbilancia l'intensa domanda da parte delle industrie nazionali di caffè canéphoras (robusta + conilon), ed a questo proposito, il presidente di Cecafè, Günter Häusler, spiega: “Le esportazioni di Arabica sono aumentate del 18% rispetto a settembre 2021 e hanno registrato il secondo miglior livello degli ultimi cinque anni. Pertanto, in totale, il calo delle spedizioni di conilon e robusta è stato compensato, generando un bilancio positivo nel mese di ottobre 2021”.
Tra gennaio e settembre 2022 le esportazioni di caffè del Brasile si sono attestate a ridosso dei 28,75 milioni di sacchi, in un contesto contraddistinto, come spiega il presidente di Cecafè, da una situazione logistica che rimane complicata.

"Non mi stanco mai di elogiare il lavoro delle aziende esportatrici - continua Günter Häusler - che, a fronte di una situazione ben lontana dalla normalità nel commercio marittimo globale, con costi più elevati, minore disponibilità di container, congestione nei porti del Nord America e in Europa, mancanza di prenotazioni e ribaltamenti del carico, tra le altre avversità, continuano a svilupparsi e mantenere il Brasile nel ruolo di fornitore di caffè affidabile in termini di volume, qualità e sostenibilità…”.
Gli Stati Uniti guidano la classifica degli importatori di caffè del Brasile, tra gennaio e fine settembre 2022, con importazioni di 5,85 milioni di sacchi superiore del 2,3% rispetto ai 5,72 milioni acquistati nello stesso periodo del 2021. Questo volume corrisponde a 20,4 % delle spedizioni totali dal Brasile nel corso del 2022; seguono la Germania (17,7% delle esportazioni totali con 5,1 milioni di sacchi, +1,4% rispetto allo stesso periodo nel 2021), l’Italia, con importazioni pari 2,39 milioni di sacchi (+17,3% rispetto allo stesso periodo nel 2021), il Belgio, con importazioni pari a 2,29 milioni di sacchi (+12,5% rispetto allo stesso periodo nel 2021) ed il Giappone, con importazioni pari ad 1,36 milioni di sacchi in forte calo, tuttavia, rispetto allo steso periodo nel 2021 (-27,5%). Il Giappone si propone come la classica “pecora nera” in quanto è l’unica nazione che ha ridotto le importazioni di caffè del Brasile: Colombia, Spagna, Turchia, Corea del Sud e Paesi Bassi hanno tutti importato volumi di caffè superiori a quelli dei primi nove mesi del 2021, con i Paesi Bassi che registrano un aumento percentuale da vero e proprio record pari all’81,5%.
Il caffè Arabica si conferma il più esportato, nel 2022, con la spedizione all'estero di 24,67 milioni di sacchi, (85,8% del totale); seguono i caffè solubili (2,82 milioni di sacchi, 9,8% del totale), le varietà canephoras (1,22 milioni di sacchi, 4,2% del totale) ed il prodotto tostato e macinato (34619 sacchi, 0,1% del totale).
Fonte CafePoint