Le scorte record di gas in Europa continuano a salire in quanto il clima caldo ritarda la richiesta a fini di riscaldamento in un contesto che vede i prezzi elevati scoraggiare l’utilizzo industriale e favorire le importazioni, ma i contratti invernali a partire da gennaio 2024 iniziano a ridursi proprio a causa dell’elevato livello delle scorte.
I prezzi per gennaio 2024 sono scesi sotto i 47 euro il 6 novembre da oltre 57 euro 10 giorni di negoziazione prima, poiché i trader prevedono che il clima invernale potrebbe non essere sufficiente a impedire un accumulo record di scorte a fine marzo 2024; secondo Gas Infrastructure Europe, il 5 novembre le scorte nell’Unione Europea e nel Regno Unito hanno raggiunto il record di 1.146 terawattora (TWh). In parte il motivo è che l’Europa nordoccidentale ha registrato un inizio autunno mite, con temperature superiori alla media a lungo termine e, contemporaneamente, i prezzi dei futures sono rimasti elevati, nonostante le scorte record, scoraggiando la ripresa dell’uso industriale e incoraggiando le continue importazioni di gas naturale liquefatto (GNL).
La maggior parte degli utenti industriali acquista con contratti legati ai prezzi medi del calendario, ma anche i futures per il 2024 erano in media di 52 euro in ottobre, rispetto a meno di 20 euro prima dell’invasione russa dell’Ucraina: la persistenza di prezzi spot e forward elevati ha fatto sì che l’uso del gas industriale rimanesse ben al di sotto dei livelli pre-invasione.
Le prospettive
I siti di stoccaggio europei erano pieni al 99,6% il 5 novembre - un vero e proprio record - ed il gas ha continuato ad accumularsi a causa del clima mite.
Durante l’estate, gli spread di calendario si sono notevolmente indeboliti e il mercato è entrato in una fase di contango significativa per incoraggiare maggiori consumi e limitare l’accumulo di scorte ma, da allora, gli spread si sono rafforzati poiché i trader hanno potuto immagazzinare gas extra in Ucraina e sulle navi metaniere al largo della costa per evitare che lo spazio di stoccaggio si esaurisse. Più recentemente, il conflitto in Medio Oriente e la possibile interruzione delle importazioni di gas hanno contribuito a mantenere alti i prezzi europei.
L’Europa ha ancora bisogno di risparmiare gas quest’inverno, ma considerando la quantità attualmente immagazzinata non c’è quasi alcuna possibilità che le scorte scendano a livelli critici, qualunque siano le condizioni atmosferiche: sulla base dell’attuale livello di stoccaggio e degli esaurimenti storici nell’ultimo decennio, si prevede che le scorte scenderanno a circa 575 TWh prima della fine dell’inverno 2023/24, lasciando i siti di stoccaggio pieni al 50%.
In questa fase iniziale della stagione di riscaldamento invernale, vi è ancora una significativa incertezza sulle temperature medie e sull’entità dell’esaurimento futuro ma, anche con un inverno molto freddo, è molto improbabile che le scorte scendano al di sotto di 368 TWh (32% del totale), e se l’inverno è mite potrebbero arrivare a 795 TWh (69% del totale).
Fonte Reuters