La decisione del presidente Joe Biden di sospendere l'approvazione delle nuove esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) non avrà alcun effetto sulle forniture statunitensi all'Europa nei prossimi due o tre anni, ha detto martedì un funzionario della Commissione europea dopo aver incontrato funzionari statunitensi: "Ciò che ovviamente era molto importante per me, era la rassicurazione che per i prossimi due o tre anni non ci sarebbe stato alcun impatto sulla fornitura di GNL statunitense all'Europa", ha spiegato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Maros Sefcovic in una riunione al Consiglio Atlantico, a Washington.
La Russia è stata un grande fornitore di petrolio e gas per l’Europa, ma la guerra in Ucraina ha determinato un cambio di rotta, forse il più significativo in oltre 50 anni, con il Vecchio Continente che ha ridotto le forniture di gas russo portandole a 40 miliardi di metri cubi dai precedenti 150 miliardi, un’impresa resa possibile proprio grazie alle importazioni di GNL dagli USA che, in ogni caso, dovrebbero essere in grado di soddisfare la richiesta europea nei prossimi anni anche perché la sospensione delle esportazioni decisa da Biden prevede una clausola di emergenza che autorizza l’intervento in favore di partner statunitensi in eventuale stato di difficoltà.
Lo scorso anno gli Stati Uniti si sono aggiudicati il titolo di maggior esportatore globale di GNL e tali esportazioni sono attese in fortissimo aumento entro il 2030, tuttavia, Sefcovic ha affermato che gli Stati Uniti sono ora il “garante globale della sicurezza energetica” e la loro responsabilità va oltre l’Europa, con il Sud-Est asiatico, l’India, l’America Latina e l’Africa che hanno bisogno di forniture di gas per eliminare gradualmente la dipendenza dal carbone.
I paesi del sud-est asiatico, così come l’Italia e la Germania, stanno mettendo in dubbio l’impegno degli Stati Uniti per la fornitura di GNL a lungo termine, ha dichiarato a Reuters Alan Armstrong, presidente e amministratore delegato dell’operatore statunitense di gasdotti Williams Companies ed in particolare il Vietnam sta lottando per assicurarsi il GNL a causa di disaccordi sui prezzi, ritardi nella costruzione degli impianti e mancanza di contratti di fornitura: “Le grandi aziende di servizi pubblici in Giappone e nel Sud-Est asiatico... stanno esaurendo le proprie forniture di gas naturale, devono decidere se passare al carbone o restare sul gas naturale importato", ha spiegato Armstrong, mentre Sefcovic ha affermato di aver detto ai funzionari della Casa Bianca e dei Dipartimenti di Stato e dell’Energia che è importante il modo in cui il governo degli Stati Uniti affronta la propria responsabilità per la sicurezza energetica globale.
Sempre Sefcovic ha spiegato che le dichiarazioni di Biden hanno innescato un effetto a catena in tutto il mondo, anche se ora la situazione si sta stabilizzando in quanto le forniture statunitensi su progetti già approvati sono in forte espansione, ha detto.
I legislatori statunitensi che si oppongono alla pausa di Biden sulle approvazioni stanno prendendo in considerazione una legislazione che priverebbe il Dipartimento dell’Energia del potere di approvare le esportazioni e lo darebbe al comitato indipendente, la Federal Energy Regulatory Commission. La Casa Bianca ha dichiarato che si oppone fermamente alla legislazione in quanto minerebbe la capacità degli Stati Uniti di garantire che l’esportazione di GNL sia “…coerente con i nostri interessi economici, di sicurezza energetica, di politica estera e ambientali”.
Fonte Reuters