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Oro: la Cina rallenta gli acquisti, ma è solo una finta…



La Redazione Articolo pubblicato il 18/07/2024 12:00:01
Secondo il World Gold Council, la PBOC a volte ha riportato i passati acquisti di oro molto tempo dopo che si erano verificati, portando gli analisti a cautelarsi che le ultime statistiche potrebbero non fornire il quadro completo.


I dati mostrano che, nei mesi di maggio e giugno, la Cina ha rallentato gli acquisti di oro, tuttavia, esperti di settore e fonti locali affermano che l’appetito del colosso asiatico per il metallo è ben lungi dal venir meno a causa di un mix di fattori che comprende, tra gli altri, le tensioni geopolitiche attualmente in essere.

Gli acquisti di oro da parte di Pechino, che hanno contribuito al rally dei prezzi spot in aprile e maggio, non sono più percepiti come immuni dalla sensibilità ai prezzi, ma si prevede che i rischi geopolitici in corso manterranno in auge il programma di acquisti a lungo termine della Cina al fine di diversificare l’esposizione dagli asset denominati in dollari statunitensi.

Le riserve auree della Cina devono aumentare in termini assoluti e relativi perché non corrispondono allo status di seconda economia mondiale e la quota di oro nelle sue riserve è la più bassa di qualsiasi grande economia, ha affermato un insider politico cinese coinvolto nelle discussioni interne e proprio questa fonte - che ha richiesto l’anonimato - ha spiegato ai giornalisti di Reuters come sia impossibile non monitorare i prezzi mantenendo le acquisizioni di oro costanti mese per mese.




Grafico TradingView

I funzionari della banca centrale, la People's Bank of China (PBOC), non hanno mai commentato pubblicamente ciò che ha portato alla ripresa degli acquisti di oro nel novembre 2022 dopo una pausa di oltre tre anni.

Otto mesi dopo che le sanzioni occidentali avevano congelato 300 miliardi di dollari delle riserve ufficiali della Russia, circa la metà del totale di Mosca, la PBOC ha iniziato a segnalare gli acquisti di oro e ha continuato a farlo per 18 mesi, fornendo supporto al prezzo globale dell’oro che, proprio nella giornata di ieri, ha aggiornato il massimo storico (vedi grafico sopra).

Secondo il World Gold Council, la PBOC è stata il più grande acquirente singolo di oro al mondo nel 2023, con i suoi acquisti netti di 7,23 milioni di once, il volume più elevato degli ultimi 46 anni, ma, quando non ha effettuato acquisti nei mesi di maggio e giugno di quest'anno, i prezzi spot sono finiti sotto pressione, lasciando il mercato con dubbi sul futuro appetito di Pechino (la fonte indica nei prezzi elevati il motivo della pausa negli acquisti).

La Cina detiene le più grandi riserve di valuta estera del mondo, pari a 3,22 trilioni di dollari, ma la quota dell’oro nelle riserve complessive della Cina, che includono la sua posizione di riserva e i diritti speciali di prelievo (DSP) presso il Fondo monetario internazionale, si attesta si ad un livello record del 4,9%, ma risulta bassa rispetto alla media globale del 16%.

I paesi in via di sviluppo e i mercati emergenti hanno in genere una quota molto inferiore di oro nelle riserve rispetto alle economie avanzate, che hanno riserve valutarie più piccole, ragion per cui gli esperti di settore suggeriscono che la Cina continuerà ad acquistare oro per molti anni ancora.  

Anche la domanda da parte degli investitori in Cina è destinata a rimanere forte, spiegano gli operatori di settore, in un contesto di prolungata crisi immobiliare e poiché gli acquisti da parte della banca centrale danno fiducia nell’oro come riserva di valore.


Il precedente della Russia

Aumentare le riserve in oro è una questione di sicurezza perché i lingotti possono essere immagazzinati a terra, al sicuro dal sequestro.  Ufficialmente, l'oro della Russia rappresenta il 30% delle sue riserve di 597 miliardi di dollari, ma in termini di asset accessibili la quota è molto più grande poiché metà delle riserve russe sono state congelate dai paesi occidentali in reazione all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel 2022.

Questo precedente, in cui la banca centrale russa ha mantenuto l’accesso solo agli investimenti in asset denominati in yuan e oro, è servito da ammonimento per la Cina, che secondo gli analisti ha circa il 60% delle sue riserve in asset denominati in dollari statunitensi e, poiché gli esperti di settore non prevedono un alleviarsi della tensione Cina - USA, si prevede che Pechino continuerà a diversificare le sue riserve.

La Cina detiene 72,8 milioni di once d’oro per un valore di circa 170 miliardi di dollari. Se alla fine aumentasse la quota di oro nelle sue riserve anche al 10% ai livelli e ai prezzi attuali, gli acquisti ammonterebbero ad altri 170 miliardi di dollari.

Per fare un confronto, la banca centrale russa ha interrotto gli acquisti attivi del metallo prezioso nel 2020, quando l’oro ha raggiunto il 20% delle sue riserve totali. Da allora la quota dell'oro è cresciuta in parte grazie al suo aumento del prezzo.

Secondo il World Gold Council, la PBOC a volte ha riportato i passati acquisti di oro molto tempo dopo che si erano verificati, portando gli analisti a cautelarsi che le ultime statistiche potrebbero non fornire il quadro completo.


Fonte Reuters


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