Nella sessione di ieri i prezzi dell’oro si sono mossi in rialzo a seguito della crescente preoccupazione per la situazione in Medio Oriente mentre gli investitori attendono con ansia il meeting Fed di questa settimana durante in quale, si spera, saranno date indicazioni sulla tabella di marcia in merito alla politica monetaria della banca centrale.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, il prezzo dell’oro ha terminato le contrattazioni a quota 2049,7 dollari per oncia in aumento di oltre l’1,6%.
"Nonostante l'escalation del conflitto in Medio Oriente, l'oro non è riuscito a sfuggire dallo stretto trading range che ingloba i prezzi e questo significa che quello su cui i mercati si stanno realmente concentrando è la politica monetaria della Fed e, di conseguenza, sui possibili interventi sui tassi di interesse” (Ricardo Evangelista, analista senior. presso ActivTrades).
I portavoce di Trafigura Group hanno affermato che è in corso una valutazione relativa ai rischi di un protrarsi della navigazione sulle tratte che coinvolgono il Mar Rosso, e questo subito dopo un attacco Houthi ad una petroliera che è stata interessata da un incendio conseguente all’atto terroristico: queste situazioni giovano all’oro in quanto è considerato un bene sicuro nei periodi contraddistinti da elevata insicurezza a livello geopolitico.
La decisione politica della Fed è prevista per mercoledì e, vista la posizione accomodante assunta in precedenza, i mercati si attendono l’assenza di interventi in merito ai tassi di interesse, ancor di più alla luce dei dati diffusi al termine della passata ottava che mostrano una leggera crescita dei prezzi statunitensi a dicembre, mantenendo l’inflazione annuale al di sotto del 3% per il terzo mese consecutivo, consentendo potenzialmente alla Fed di iniziare a tagliare i tassi di interesse quest’anno.
Fonte KitcoNews