Nei prossimi mesi l’Iraq ridurrà le esportazioni di petrolio a 3,3 milioni di barili giornalieri, un intervento atto a compensare la produzione attualmente al di sopra di quella concordata in ambito OPEC+: questo è quanto dichiara il ministero del petrolio confermando una contrazione di 130.000 barili giornalieri nelle esportazioni di oro nero rispetto al mese passato.
L’Iraq, secondo maggior produttore OPEC, ha superato, nei mesi di gennaio e febbraio, la quota produttiva OPEC+ il cui leader de facto, l’Arabia Saudita, ha sottolineato in più occasioni l’importanza di rispettare gli impegni presi anche se il prezzo del petrolio è tornato ad aumentare, con il Brent che, attualmente, passa di mano a ridosso degli 86 dollari per barile, il prezzo più elevato da novembre ad oggi.
Il ministero del petrolio iracheno ha dichiarato che gli accordi OPEC+ impongono alla nazione una produzione massima di 4 milioni di barili giornalieri, un livello che, nel corso dei passati incontri del gruppo di produttori, è stato esteso sino alla fine di giugno.
La produzione attuale dell’Iraq ammonta attualmente a 4,2 milioni i barili giornalieri di cui, nel mese di febbraio, ne sono stati esportati 3,43 milioni, ma Baghdad, conscia dell’eccesso produttivo, ha deciso di attenersi agli impegni presi ed impedire all’eccesso di offerta di raggiungere il mercato.
La dichiarazione in arrivo da parte del ministero del petrolio iracheno giunge a mercato dopo una visita in Iraq del ministro dell’energia saudita durante la quale si è ampiamente discusso dell’importanza del mantenere stabile il mercato petrolifero.
Fonte Reuters